Tesi in Medicina dello Sport – Scuola e Antidoping

Relatore: Prof. Giuseppe Capua
Correlatore: Prof. Renzo Bardelli


Introduzione
Per la scuola passano milioni di cose. Il problema è che spesso non si fermano, mordono e fuggono dalla coscienza dei ragazzi.

Un’emozione, una curiosità si succede all’altra. come i titoli di un telegiornale. e agli studenti resta poco. Gli stessi professori, stretti fra programma canonico e deviazioni dal tema, faticano.

Anche perché certe presenze vanno, ma non vengono: solo una mattinata, se va bene, e giù il prossimo appuntamento. Ecco perché colpisce il lavoro che ha condotto in questi anni Maurizio Marchetti nelle scuole del Lazio.

Dalla sua esperienza di ciclista professionista insorto contro il conformismo del doping fino a chiedere che le proprie analisi fossero messe in piazza per giurare la sua pulizia. a
vero e proprio seminatore d’oro della materia. Non solo un incontro, ma un certosino desiderio di tornare alla carica. riempire
davvero di contenuti il verbo approfondire, costruire un rapporto di continuita con professori e studenti.

Ma tutto questo senza l’idea di un verbo immutabile. io sono io e voi dovete ascoltare, ma irasferendosi spesso nei panni di chi cerca di ascoltare, capire. E cosi. ecco a fine seminario, lo studente che chiede: “Ma come faccio. dopo l’allenamento sono stanco e ho bisogno di un aiutino™.

E Maurizio a rispondere che ¢’¢ necessita di rispettare i propri limiti anche qui, non violentarli, non pensare che possano essere spostati artificialmente.

Pur riconoscendo l’esistenza di un dilemma. lo stesso che ha affrontato pure lui. nel corso della carriera. quando avrebbe potuto percorrere remunerative scorciatoie ed evito di farlo.

Intanto Marchetti non si presenta a mani vuote. Distribuisce questionari, li raccoglie. li studia. cerca di capire quanto delle parole che ha detto, con le persone che invita, siano state metabolizzate dagli studenti. 11 tutto sull’altare di una certezza: la scuola il luogo dove si combatte la battaglia per uno sport pulito: è da qui che si pud ripartire per costruire una nuova coscienza.

Ma proprio per questo è sbagliato pensare di poter risolvere tutto dentro le mura, con le parole, con i filmati che si propongono durante una lezione di antidoping.

Bisogna saper parlare anche altri linguaggi, per esempio andare a guardare con i propri occhi una tappa del Giro d’Italia o sfidare il traffico del centro di Roma per una “biciclettata coltettiva”.

Perché il doping si combatte cosi, associando la pratica sportiva a valori belli, solari, coinvolgenti.
Facendo si che lo stesso agonismo non sia una sfilata di musi lunghi, di sofferenze, di invidie, ma qualcosa di profondamente diverso.

Sono dodici anni che Maurizio Marchetti traversa questo universo. Lo fa, soprattutto con serietà. È con continuità.

E’uno che non molla mai . E’con persone come lui. spesso isolate, respinte con mille no da istituzioni sorde o indifferenti. che in Italia si pian piano costruita una cultura dell’antidoping.

Perché sarà pure vero che l’istinto del farmaco ha rotto tante frontiere e conquistato nuovi territori. ma non si può negare che in questi anni si è affermata una nuova consapevolezza.

Certo con le inchieste, con i magistrati, con una legge antidoping che ci ha posti all’avanguardia in Europa e nel mondo, ma anche con la capacità, per esempio nelle nostre scuole, di guardare in faccia certi problemi. di provare ad affrontarli, magari risolvendone solo un po’, solo in parte, ma prendendoli di petto.

Verrà così un tempo. speriamo, in cui le sperimentazioni alla Marchetti, il lavoro di tanti professori, la curiosità e la sensibilità di molti studenti, più di quanti si possa pensare, produrranno una svolta definitiva. La lotta al doping deve infatti elevarsi al ruolo di materia curricolare a tutti gli effetti, e far parte di una moderna educazione civica, fatta di tanti problemi concreti e di poca retorica.
E allora ben vengano ricerche. incontri, domande impegnative e risposte difficili.
E’anche così che si vince una battaglia che non è soltanto una questione di campioni, veri o falsi che siano. ma qualcosa che sta nel corpo e nella vita della società.

Valerio Piccioni giornalista della Gazzetta dello Sport.